Fausta è nata a Savona da famiglia di umili origini. Il padre Giovanni, operaio, la madre Margherita, detta Rina, sarta e casalinga. Dal matrimonio non nasceranno altri figli per cui Fausta è rimasta una figlia unica. Trascorre la prima e la seconda infanzia, insieme all’inizio della preadolescenza, nel paesino di Bergeggi, in provincia di Savona, nella casa dei nonni paterni, posta in via Rovere al n.7. Frequenta, dapprima, il locale asilo per l’infanzia tenuto delle Suore della Purificazione di M.V. di Savona, poi le Scuole Elementari statali di via Bruxea, per cinque anni, per lo più, in pluriclassi.
Bergeggi costituirà, coi suoi innumerevoli ricordi legati a eventi, luoghi e persone, una parte imprescindibile della sua vita. Lo lascerà per traferirsi con la famiglia a Zinola, quartiere popolare savonese a ponente della città, collocato sul litorale e confinante con Vado Ligure e con Quiliano. Passerà i tre anni della Scuola Media di grado inferiore presso l’Istituto Statale di via Ambrogio Aonzo, a Savona, intitolato al poeta savonese Gabriello Chiabrera conseguendovi la licenza media. Sono questi i primi albori dell’adolescenza; Fausta è cresciuta, sostanzialmente resta un’allieva diligente e studiosa, una che non dà problemi in classe, una ragazza timida, piuttosto alta di statura per la sua età e rispetto ai coetanei, magra, precocemente innamorata della letteratura; legge tutto quanto le capita sottomano, o le viene proposto sia dalle letture scolastiche sia da quelle extrascolastiche. Legge di continuo e di tutto, è un’insaziabile curiosa e, agli inizi, non seleziona; divora metaforicamente parlando, ogni settimana, anche i tascabili Mondadori che compra immancabilmente con la sua paghetta settimanale all’edicola vicino casa. Diventa assidua frequentatrice della Biblioteca Civica Anton Giulio Barrili di piazza Chabrol, a Savona, non solo per effettuarvi ricerche scolastiche ma anche per soddisfare i suoi interessi culturali emergenti.
Nel frattempo, incomincia a scrivere poesie e brevi racconti che custodisce in un cassetto e che tiene per sé nel timore che siano una povera cosa, ossia semplici esercitazioni di scrittura e, a motivo di questo, di essere considerata un’imbrattacarte.
Le capita di imbattersi, nelle sue ricerche, nel volume “Introduzione alla psicoanalisi” di Freud, il titolo l’attira, lo legge ma fa fatica a decodificarne tutti i contenuti; questo libro nonostante l’impegni molto mentalmente, allo stesso tempo, la incuriosisce, l’attrae. Desidererebbe approfondire ulteriormente la conoscenza del suo autore ma non ne ha, al momento, la possibilità. Chiede ai suoi genitori di poter proseguire gli studi con l’iscrizione al Ginnasio-Liceo Chiabrera di Savona ma ne ottiene in risposta un chiaro e motivato rifiuto: non ci sono soldi sufficienti per iscriversi all’Università dopo il Liceo.
Rinuncia al suo progetto di studi iniziale e opta per l’Istituto Magistrale di soli quattro anni e con un diploma abilitante al termine. Anche se costituisce un’opzione subordinata rispetto a quella prioritaria, non le costa sacrificare i suoi sogni di adolescente all’idea di farsi maestra di scuola elementare, ai suoi occhi appare come una scelta di transizione, di un transito; metaforicamente parlando di un binario secondario da percorrere per un tempo limitato, sino al ricongiungimento, per lei certo, con il binario principale della sua vita. Se la cava con tutte le discipline di studio e, in particolare, psicologia, filosofia e pedagogia. Mette a frutto e fa andare d’accordo, nel frattempo, gli studi e gli interessi per l’arte, il teatro, il canto e la musica, la recitazione, il cinema. Le piacerebbe imparare a suonare il pianoforte ma, ancora una volta, non può dare concretezza a questo proposito. Si mantengono in lei tuttavia e si confermano, accrescendosi, i suoi interessi per la psicoanalisi, la lettura, la letteratura. Contemporaneamente mettono radici anche la passione per la pittura dell’Ottocento e del Novecento italiana e europea, il cinema d’essai, la musica barocca veneziana; in privato, continua a scrivere ma soltanto per sé.
Al termine, ossia tra la tarda adolescenza e la prima giovinezza, oramai nella possibilità di pagarsi gli studi autonomamente, si iscrive, come diplomata, al Magistero Adelchi Baratono di Genova dove, dopo quattro anni, si laurea lodevolmente con una tesi su Antonio Rosmini. Completa gli studi di Filosofia, subito dopo la laurea, conseguendo brillantemente il diploma di Perfezionamento in Filosofia sotto la guida di Romeo Crippa, presso Facoltà di Lettere e filosofia di via Balbi a Genova. Compie, in contemporanea, numerose esperienze di insegnamento nei vari ordini di scuola statali della provincia di Savona, inizialmente come supplente, quindi come incaricata annuale di Lettere o di Filosofia, in diversi Istituti Scolastici Statali, di base e superiori, sempre nella provincia di Savona. Scopre che le piace insegnare qualunque sia l’età degli allievi, se ne appassiona progressivamente; stringe molte amicizie nell’ambito del suo lavoro e si impegna contemporaneamente sia nel sociale che nell’ambito politico e sindacale. Frequenta numerosi corsi di aggiornamento professionale e passa da docente discente a docente formatore. Qualche tempo dopo avviene anche il passaggio dai ruoli di docente di Scuola Primaria a quelli di Dirigente scolastico.
Inizia, sulla base di una scelta libera e personale ma determinata, un percorso di conoscenza di se stessa che proseguirà per sei anni insieme alla Dottoressa Cadario Marisa. Accanto all’approfondimento di Freud avvia la conoscenza di Jung della Klein, dei Kleniani e dei post-kleiniani. Decide di iscriversi alla Facoltà di Psicologia di Padova dove conosce Guido Petter; per problemi familiari e di lavoro sarà costretta a terminare il corso di laurea in Psicologia presso la Facoltà di Torino. Si laurerà in Psicologia clinica e di comunità con una tesi di ricerca sullo sviluppo ed il passaggio dall’attenzione spontanea a quella volontaria nei bambini dai sei agli otto anni.
Nello stesso periodo si innamora di Paolo Gemignani e lo sposa. A questo punto avverte che il binario principale del suo treno-vita, inizialmente tralasciato, può essere ripreso. Chiede di essere collocata anticipatamente in pensione, Sceglie la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad indirizzo psicoanalitico per bambini, adolescenti e famiglie Modello Tavistock di via S. Spirito a Firenze e ne percorre per intero i sei anni di formazione comprensivi del Biennio osservativo e della Scuola di specializzazione vera e propria. Si diplomerà, tuttavia, non a Firenze ma presso il C.i.Ps.Ps.i.a. fondato e diretto da Guido Crocetti,a Bologna, dopo due ulteriori anni di specializzazione e la discussione di una tesi sulle ripercussioni che le esperienze dolorose precoci possono avere sul bisogno di dipendere del bambino.
Ha svolto la professione di psicologa; è stata iscritta all’Ordine degli Psicologi della Liguria e ha tenuto aperto il suo studio di Psicologia e di Psicoterapia ad indirizzo psicoanalitico per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia al piano terra della sua casa a S. Ermete di Vado Ligure (SV) in via Bellandi 32, sino ai primi mesi del 2024.
Infine, la duplice esperienza professionale e gli studi ed approfondimenti culturali contemporaneamente compiuti sinora le hanno permesso di acquisire e maturare competenze negli ambiti della Psicologia scolastica e della Psicologia della famiglia, della Dinamica di gruppo e in quella di coppia.